IL SAPONE DI MARSIGLIA EXTRAFINE: la sua storia e le differenze rispetto al nostro sapone artigianale.

Gli Alchimisti in trasferta...
A Salon de Provence, c'è una fabbrica di sapone che utilizza ancora il metodo marsigliese antico per produrre i saponi extrafini.
Le fabbriche di sapone storicamente si sono concentrate qui, tra provenza e camargue, perchè qui c'era la piena disponibilità di tutte le meterie prime necessarie per la lavorazione: olio di oliva perchè è zona in cui crescono gli ulivi, olio di palma e cocco perchè arrivavano a Marsiglia dalle colonie francesi nei paesi tropicali, sale, perchè la camargue è zona di saline, e alghe (sempre in camargue), contenenti il reagente che all'inizio della produzione del sapone si utilizzava al posto della soda caustica.
Anche dopo l'avvento della soda caustica (che deriva dalla lavorazione del sale) la zona è rimasta ideale.
Intanto abbiamo scoperto una cosa: contrariamente a ciò di cui eravamo convinti, l'originale marsiglia contiene anche grassi tropicali...
Il metodo di produzione del sapone tradizionale marsigliese è a caldo, con una lunga cottura della pasta di sapone (10 giorni) a cui viene tolta ogni traccia di soda residua, di glicerina e di qualsiasi impurità con il sale. Il sapone viene poi fatto riposare un giorno, poi messo in grandissimi stampi per due giorni e infine tagliato e stagionato. Quando lo si vuole arricchire con grassi non saponificati (surgrassage) o anche profumare, in tal caso prima di metterlo negli stampi lo si miscela ai grassi e ai profumi, e poi si mette nelle forme.
Il sapone che si ottiene è extrafine e purissimo in quanto non contiene alcuna impurità, qui anche la glicerina è considerata un'impurità, non vi è sconto della soda ma un'aggiunta di grassi non saponificati al termine della reazione.
Questa è la classica lavorazione del sapone metodo Marsiglia: per capire come mai la sua fama sia giunta al giorno d'oggi e sia sinonimo di "sapone a regola d'arte", possiamo provare a pensare al periodo in cui è stato messo a punto: a quei tempi il sapone veniva fatto in modo approssimativo, famiglia per famiglia, utilizzando grassi animali e vegetali sporchi o rancidi: da qui l'esclusività a quel tempo nell'avere un sapone extrafine e purissimo.
Insomma, nonostante questa lavorazione ci lasciasse perplessi, collocandola nel suo periodo storico, capiamo anche l'importanza data alla dicitura extrafine e al sistema di eliminazione di tutto quel che non è puro sapone, mediante il sale.
Una fondamentale differenza tra questo metodo di cottura lunga e quello usato nei saponifici industriali moderni (che vantano di produrre vero marsiglia ma non è così) è che questa cottura di dieci giorni consente di neutralizzare tutta la soda che non ha reagito, senza aggiungere alcun acido (spesso invece troviamo acido citrico negli inci delle saponette industriali), la lunga cottura ha anche il vantaggio di rendendo molto più durevole e fornire ad esso la classica, tipica, consistenza.
Abbiamo cercato di analizzare le differenze tra i sistemi che usiamo noi (siano essi a freddo o a caldo) e questa tradizionale e centenaria lavorazione.
Le differenze sono di tipo pratico: la glicerina non si separa, si applicano sconti alla ricetta e si fa invecchiare per più tempo prima dell'utilizzo; ma sono anche di tipo "ideologico": è proprio una concezione diversa della saponificazione.
Il nostro metodo, adattandosi alle esigenze moderne, si posizione in una via di mezzo tra la purezza data dal moderno metodo di calcolo della soda (mediante le tabelle con i coefficenti di saponificazione dei vari grassi), radicale evoluzione rispetto al sapone che si faceva artigianalmente 100 anni fa; e la artigianalità data dalla lavorazione casalinga.
Con una particolarità inedita e innegabilmente indice di modernità: lo specifico abbinamento di diversi grassi in base alle proprie caratteristiche una volta saponificati, che ci consente di ottenere saponi molto specifici, tanto da aver la possibilità di creare anche shampoo solidi per differenti tipi di capelli!
Questa particolare caratteristica differenzia oggi non solo i saponi industriali da quelli artigianali, ma in generale i saponi creati con una filosofia di "surgrassage" e profumzioni differenti, da quelli creati con la filosofia dell'uso di oli diversi per diversi usi del sapone. Attualmente non esiste in commercio alcun produttore italiano di saponi creati con la nostra filosofia "moderna", anche se alcuni lavorano a freddo: anche i più artigianali e naturali tra i saponifici utilizzano sempre la stessa ricetta di base a cui poi aggiungono oli essenziali differenti o grassi al nastro.
Naturalmente non c'è nulla di male nel farlo ed anzi, si trovano ottimi saponi in commercio, ma autoproducendoli con lo studio delle caratteristiche degli oli saponificati, si ottengono risultati molto migliori e più specifici.
In conclusione...proveremo il metodo marsigliese perchè adoriamo fare esperimenti...ma ci piace di più l'impura artigianalità dei nostri saponi personalizzati!

Claudia Ferretti

Claudia Ferretti - Comunicatrice, creator digitale e addetta stampa dell'Università di Genova. Creatrice di contenuti per i canali di comunicazione, si occupa di comunicazione scientifica e ambientale. Redattrice della rivista scientifica online dell’Università di Genova: UniGe.Life, uno spazio per notizie, approfondimenti, eventi, ricerca e divulgazione scientifica. Da 15 anni animatrice di questo blog: GliAlchimisti, un punto di riferimento per la vita sostenibile e l’autoproduzione. Coautrice di un libro sull'autoproduzione del sapone: Sapone Naturale, edito da LSWR, autrice di un libro per bambini su sapone e sostenibilità: Facciamo il sapone e proteggiamo il mare, edito da PubMe collana GemmaViva e di diversi articoli e pubblicazioni in tema di autoproduzione e sostenibilità ambientale.

Nessun commento:

Posta un commento